Poeta, romanziere, drammaturgo, artista, sceneggiatore e regista, Jean Maurice Eugène Clément Cocteau nasce a Maisons-Lafitte, nei pressi di Parigi, il 5 luglio del 1889. A diciannove anni pubblica la sua prima raccolta di poesie, La Lampe d’Aladin, ed entra in contatto con i principali rappresentanti della Belle Epoque parigina. In questo stesso periodo conosce il direttore russo di balletti Sergej Djaghilev con il quale collabora, come sceneggiatore, nel 1917, alla realizzazione di Parade, balletto in cui si mescolano musica, poesia e arte figurativa. L’evento, definito da Apollinaire “un’opera surreale”, segna una tappa fondamentale nello sviluppo dell’arte moderna.
Dopo la guerra, nel 1918, Cocteau stringe una profonda amicizia con il futuro poeta e scrittore, allora quindicenne, Raymond Radiguet, che eserciterà una forte influenza sull’arte e la vita dell’artista francese. La prematura scomparsa di Radiguet, nel 1923, porta Cocteau alla dipendenza da oppio e a un successivo periodo di ricovero, durante il quale scrive uno dei suoi romanzi più importanti, Les Enfants terribles (1929). È agli inizi degli anni trenta che Cocteau comincia a interessarsi alla regia, girando una serie di pellicole, tra cui spicca Le Sang d’un poète (1930). In questi stessi anni scrive l’opera teatrale La Machine infernale (1934), riadattamento del mito di Edipo. Dopo un periodo di silenzio, ritorna al cinema, dirigendo nel 1946 La Belle et la bête, con Jean Marais, e tra il 1947 e il 1948 L’Aigle à deux têtes e Les Parents terribles, entrambi tratti da due suoi lavori teatrali.
La passione per la mitologia, che accompagna gran parte dell’arte di Cocteau, si riflette anche in una serie di decorazioni pittoriche che l’artista realizza, nel corso degli anni cinquanta, nella Cappella di Saint-Pierre a Villefranche sulla Costa Azzurra e nel comune di Menton. Nel 1955 viene fatto membro dell’Académie Française e dell’Académie Royale de Belgique. Risale al 1959 uno dei suoi lavori grafici più originali, l’album Gondole des morts, edito parzialmente e solo in Italia da Scheiwiller a cura dell’artista e amico Fabrizio Clerici, che illustrerà con i suoi bozzetti l’edizione della pièce teatrale di Cocteau intitolata Les Chevaliers de laTable ronde (1963). Muore, colpito da infarto, l’undici ottobre 1963, a Milly-la-Forêt.